Informazione Giuridica

Approvata la riforma del codice in materia di contratti pubblici


A fine 2022 il Governo Italiano ha approvato una riforma del Codice degli Appalti il cui obiettivo principale è quello di rendere il processo di affidamento degli appalti pubblici più semplice, veloce e snello. L'esecutivo ha deciso di concentrarsi in modo particolare su misure riguardanti i comuni più piccoli, al fine di offrire loro maggiori opportunità per la realizzazione di progetti a beneficio dei propri cittadini e delle comunità locali. Il decreto mira a ridurre gli adempimenti burocratici e accelerare i tempi per il completamento delle opere, per snellire i processi e realizzare lavori anche a titolo di urgenza.

Cosa c'è di nuovo

Questo decreto legislativo di riforma del Codice dei contratti pubblici è stato adottato in attuazione dell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78. Il nuovo Codice si basa su due principi fondamentali, come stabilito nei primi due articoli: il primo è il cosiddetto "principio del risultato" che mira a garantire l'interesse pubblico, la tempestività e il miglior rapporto qualità-prezzo, rispettando i valori di legalità, trasparenza e concorrenza. Il secondo è il "principio della fiducia" che si fonda sul considerare affidabili la pubblica amministrazione, i suoi funzionari e gli operatori economici coinvolti. Inoltre, il governo ha confermato l'obbligo d'inserire clausole di revisione dei prezzi in caso di variazioni superiori al 5%, riconoscendo all'impresa l'80% del costo maggiorato. Il Codice entrerà in vigore per tutti i nuovi procedimenti a partire dal 1° aprile 2023. Invece dal 1° luglio 2023 verrà abrogato il Codice precedente e le nuove norme si applicheranno anche ai procedimenti già esistenti.

La digitalizzazione in primo piano

La digitalizzazione è l'elemento chiave per modernizzare i contratti pubblici e il processo di assegnazione degli appalti. Il decreto istituisce un ecosistema di approvvigionamento digitale composto da una banca dati nazionale dei contratti pubblici, un fascicolo virtuale per gli operatori economici, piattaforme di acquisto digitale e l'uso di processi automatizzati nella gestione dei contratti pubblici. Inoltre, il decreto promuove una digitalizzazione completa per l'accesso agli atti, riconoscendo ai cittadini la possibilità di richiedere documenti di gara attraverso l'accesso civico generalizzato.

Torna la figura del general contractor

Con l'introduzione del nuovo Codice, si è deciso di ripristinare la figura del "general contractor", che consiste nella stipula di un contratto con un operatore economico. Quest'ultimo svolge il ruolo di coordinatore per tutte le altre figure professionali che parteciperanno al processo di costruzione o ristrutturazione, permettendo non solo una riduzione dei tempi morti, ma anche una maggiore efficienza economica. È importante sottolineare che l'attività svolta dal general contractor, come per esempio l'espropriazione delle aree, rappresenta una delle principali applicazioni del principio di collaborazione tra lo Stato e i soggetti privati nello svolgimento di attività riguardanti l'interesse comune. Questo tipo di collaborazione è un importante strumento per garantire la realizzazione di progetti d'interesse pubblico in modo efficiente ed efficace.

Possibilità di subappalti e concessioni

La normativa e la giurisprudenza europea prevedono l'adozione del cosiddetto subappalto a cascata, che consiste nell'affidamento di un'attività o servizio da parte di un'impresa principale a un'altra impresa subappaltatrice. In questo modo, il principale soggetto appaltante ha la possibilità di valutare caso per caso, in modo discrezionale, i criteri di selezione delle imprese subappaltatrici, garantendo così una maggiore flessibilità e adeguatezza nella gestione dei lavori pubblici.

L'autonomia dei settori speciali

Viene riconosciuta più flessibilità e autonomia per i settori speciali, come ad esempio acqua, energia e trasporti, in considerazione della natura essenziale dei servizi pubblici gestiti da alcuni di questi enti affidatari. Viene introdotto un elenco di poteri di auto-organizzazione per le imprese pubbliche e i privati con diritti speciali o esclusivi. Gli enti che assegnano gli appalti avranno la possibilità di determinare le dimensioni del contratto e suddividerlo in lotti senza dover fornire motivazioni particolari.

Il partenariato pubblico-privato

Viene semplificato il quadro normativo per facilitare la partecipazione degli investitori istituzionali alle gare per progetti di partenariato pubblico-privato (PPP). Inoltre, si introducono maggiori garanzie per i finanziatori dei contratti e si conferma il diritto di prelazione per il promotore riguardo a questo tipo di progetti.

L'appalto integrato

Per quanto riguarda i lavori, viene ripristinata la possibilità di affidare l'appalto integrato senza le limitazioni che erano previste dal vecchio codice. Il contratto potrà quindi comprendere sia la progettazione esecutiva che l'esecuzione dei lavori sulla base di un progetto di fattibilità tecnico-economica approvato. Secondo le disposizioni precedenti esistevano regole più stringenti, le quali prevedevano che il soggetto dedito alla progettazione fosse diverso da quello che poi avrebbe realizzato effettivamente l'opera. In base alla riforma del Codice degli Appalti questa distinzione verrà a cadere. Tuttavia, gli appalti per opere di manutenzione ordinaria sono esclusi dalla possibilità di utilizzare questa modalità.

Le procedure sotto la soglia europea

Il decreto stabilisce in modo permanente le soglie per l'affidamento diretto e le procedure negoziate definite nel decreto "semplificazioni COVID-19" (decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76). Ci sono eccezioni per le quali si applicano le procedure ordinarie previste per la sopra-soglia per l'affidamento di contratti caratterizzati da un interesse transfrontaliero verificato. Viene anche introdotto il principio di rotazione, secondo il quale non è permesso procedere direttamente con l'assegnazione di un appalto nei confronti del contraente uscente in caso di procedura negoziata. Inoltre, non sono previsti termini dilatori per gli affidamenti di contratti sotto-soglia, sia di natura procedurale che processuale.

Le norme previste da questa riforma del Codice degli Appalti puntano a un obiettivo chiaro, ovvero semplificare e rendere più efficiente il sistema degli appalti pubblici in Italia. La digitalizzazione dovrà contribuire allo sfoltimento delle procedure burocratiche e dare la possibilità di un accesso più agevole a documenti e atti d'assegnazione. Allo stesso tempo si cerca di ridurre il rischio che si verifichino attività illecite legate a tentativi di corruzione e conflitti d'interesse. È fondamentale, infatti che durante l'assegnazione di un appalto si controlli l'assenza di partecipazioni poco limpide da parte di tutti i soggetti coinvolti in qualsiasi fase dell'affidamento dei contratti pubblici, inclusa la progettazione. In questo senso è indispensabile che ci siano una costante attenzione e un'attenta verifica delle dichiarazioni fornite e che eventuali situazioni di conflitto d'interesse vengano individuate e risolte a monte.


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