Dopo l'annuncio dell'Ad Tim Cook, che punta il dito contro le tensioni generate sul mercato cinese dalle politiche di Trump e ammette la 'crisi' di vendite degli ultimi iPhone sul mercato occidentale, il titolo è crollato in borsa. Secca la replica del presidente Usa
Il 2019 non si è aperto nel migliore dei modi per Apple. Il colosso guidato da Tim Cook ha tagliato al ribasso, fino a 9 miliardi di dollari, le stime sui ricavi del primo timestre dell'anno. Il CEO della 'Mela morsicata', nell'annunciare la revisione delle previsioni, ha puntato l'indice contro le politiche americane in Cina che avrebbero generato tensioni sul mercato e frenato gli acquisti degli ultimi modelli di smartphone, accolti peraltro piuttosto tiepidamente anche in Europa. Se i recenti telefonini non hanno fatto il botto, mentre il tonfo invece lo faceva Apple in Borsa, le vendite degli dispositivi, in particolare pc e tablet, si sono mantenute positive. I numeri negativi hanno ovviamente aperto un dibattito interno al colosso tecnologico, con i vertici che starebbero preparando una vera e propria rivoluzione per rendere i futuri modelli di iPhone più appetibili e soprattutto innovativi. Infatti, nonostante l'appeal estetico degli iPhone rimanga intatto, tanto da essere considerato il punto di forza degli smartphone progettati da Cupertino, da sempre status symbol riconosciuto a livello planetario, la standardizzazione delle funzioni, ormai replicate anche dai concorrenti e a prezzi più bassi, ha eroso il 'monte vendite'. Gli ultimo modelli arrancano, soprattutto in Cina, e per Cook la 'colpa' è da ricercare anche nelle tensioni commerciali tra USA e Cina causate dai dazi introdotti dal governo Trump. Il presidente americano, tuttavia, non è dello stesso avviso e all'Ad di Apple ha replicato direttamente affermando che il 20 gennaio 2017, al momento della sua elezione, Apple chiudeva in Borsa con 120 dollari per azione, mentre il 4 gennaio scorso ha chiuso a 148,26 dollari. Trump è convinto che la sua battaglia, destinata a riportare la produzione delle aziende americane sul suolo americano, possa solo far bene, "ad Apple, che sta producendo in Cina ma ora sta anche investendo 350 miliardi di dollari qui, come al resto del paese".