Amministrazione Straordinaria

Amministrazione straordinaria per Officine Ferroviarie Veronesi


L’autorizzazione del tribunale ha previsto la nomina del commissario indicato dal ministero dello Sviluppo economico Giovanni Bertoni. Quest’ultimo dovrà realizzare un’indagine preliminare e poi mettere l’azienda sul mercato perché gli investitori interessati possano accedere alla proposta d’acquisto.

La vecchia proprietà ritiene che ci sia la possibilità per determinare una ripresa rapida dei processi produttivi attraverso l’amministrazione straordinaria. Le condizioni per il riavvio dell’attività possono essere create nel più breve tempo possibile. Ora l’obiettivo per cui l’azienda ha chiesto di accedere alla Prodi-bis è proprio questo.

I rappresentanti sindacali sono contenti: avevano chiesto un commissario con delle capacità manageriali che portassero le Ofv al rilancio. E questo è sicuramente Bertoni, il quale ha 75 anni, un curriculum di grande nota e tanta esperienza. Infatti nel 1979 è stato direttore generale di Massey Ferguson, successivamente amministratore delegato di Isotta Fraschini (gruppo Iri/Finmeccanica).

Nel 1987 è stato Ad di Berco, nel 2001 presidente della Thyssen Krupp Italia e nel 2008 come commissario straordinario, salvò Romagna Ruote dal fallimento.

Antonio Veneri della Uilm Uil, ritiene che si tratti di un tecnico scelto con giudizio, che porterà di certo molte competenze.

Ovviamente il desiderio è che l’azienda riparta il prima possibile. I 205 lavoratori presidiano da oltre un mese l’ingresso delle Officine. Le commesse ci sono: 100 carrozze Vivalto per Trenitalia, un appalto di altre 250. Bisogna sbrigarsi con la produzione. Infatti, due settimane fa Ansaldo Breda sembrava intenzionata ad eliminare le Officine ferroviarie veronesi dall'associazione di imprese chiamata a realizzarle. 

Stefano Zantedeschi ha spiegato che ora la priorità è quella di riacquistare credibilità nei confronti dei committenti, realizzando un piano industriale che possa essere condiviso e che vada a prevedere il rientro dei lavoratori.

Anche le banche faranno la propria parte, perché la produzione possa ripartire. E’ stato ottenuto un ottimo risultato, grazie alla tenacia dei dipendenti che dal 23 settembre scorso presidiano l’ingresso dell’azienda, secondo Massimiliano Nobis della Fim Cisl. Bisogna, dunque, dimostrare ad Ansaldo che sussistono i presupposti per dare via alle commesse. Nobis si è scagliato, poi, contro la precedente proprietà. La famiglia Biasi in pochi anni avrebbe fatto morire un’attività che constava di quasi 1000 lavoratori.


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