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Cinti, il marchio bolognese della calzatura all'asta


Da ieri aperta la gara ad evidenza pubblica per rilevare il noto brand nato nel 1952 e finito in liquidazione a metà 2016 

Il gruppo Cinti, storico marchio bolognese di calzature nato nel 1952 da una bottega di via Toscana e cresciuto negli anni sino a contare 240 dipendenti e 52 punti vendita in tutta Italia, è in cerca di serie prospettive di futuro. La crisi, infatti, si è abbattuta pesantemente sul brand con la società emiliana, la Tb Holding, finita in liquidazione a metà del 2016 con un debito complessivo sulle spalle di circa 56 milioni di euro. Dalla fine dello stesso anno, con l’avvio dell’amministrazione straordinaria gestita dal perugino Fulvio Cociani, l’attività dei negozi è ripartita, la produzione pure, e non sono mancate le offerte d’acquisto. Secondo il Resto del Carlino ad oggi sarebbero almeno tre le manifestazioni d’interesse arrivate dopo un timido approccio di Calzedonia. Il quotidiano bolognese indica il gruppo Primadonna Collection, gruppo pugliese di calzature con negozi in tutto il mondo, come uno dei più accreditati all’acquisto. Certo è che anche un attore di primo piano come Primadonna non potrà esimersi, se veramente interessato, dal partecipare all’asta, gara ad evidenza pubblica, il cui bando si è aperto ieri. L’amministratore, dal 2016 ad oggi, ha lavorato per rimettere in carreggiata il brand. Dopo aver chiuso due punti vendita, quelli meno redditizi, e aver puntato sull’acquisto di materie prime made in Italy, Cinti ha alleggerito anche i costi del personale grazie all’uscita volontaria di una quarantina di dipendenti, passati da 220 unita a 178, di cui 93 a tempo determinato. Chi fosse interessato all’acquisto del gruppo calzaturiero dovrà presentare un’offerta entro il 9 maggio prossimo rispettando le condizioni di vendita previste dalla legge, in primis il mantenimento di tutti i lavoratori, delle attuali sedi, dei marchi, dei punti vendita, della tipologia di distribuzione commerciale e farsi carico anche delle garanzie verso i creditori. L’obiettivo dell’amministratore, in questa fase, è evitare svendite o spezzatini aziendali”.


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