Crisi Aziendali

Alitalia, fallimento sempre più vicino


Nessuna soluzione di mercato a portata di mano per Alitalia. A dichiararlo, dopo che Atlantia si è defilata senza formalizzare l'attesa offerta vincolante, il premier Giuseppe Conte. Si torna, dunque, all'anno zero per la compagnia di volo italiana che starebbe per chiudere il 2019 con un nuovo buco da 500 milioni di euro. Alla scadenza prevista non è stata formalizzata l’offerta vincolante da parte del consorzio guidato dalla holding dei Benetton. “Rimane sul tavolo, dunque, dunque l’offerta di Ferrovie dello Stato e di Delta – ha affermato il Presidente del Consiglio - e non sappiamo se si confermerà l’interesse di Lufthansa”. Sulla questione è intervenuto anche il Ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli: “Stiamo valutando diverse opzioni con attenzione, è dieci anni che si tenta di privatizzare, tuttavia la compagnia ha una dimensione che il mercato fa difficoltà ad accettare”.

Molto probabilmente i tempi verranno nuovamente estesi e la deadline per la presentazione di nuove offerte sarà rimandata ancora una volta visto che Atlantia in realtà non ha voltato del tutto le spalle al vettore ma si è detta intenzionata a proseguire i colloqui. L’obiettivo del Governo? Sempre lo stesso, ossia individuare un altro partner industriale disposto a farsi carico del salvataggio di Alitalia a condizioni reputate sufficienti. Al momento, comunque, le opzioni sul tavolo rimangono molteplici e non si esclude neanche quella della nazionalizzazione. Il salvataggio di Alitalia però potrebbe anche concludersi con una dichiarazione di fallimento da parte dell’Unione europea. C'è il rischio, infatti, che l'Antitrust condanni l'Italia per violazione della normativa sugli aiuti di Stato. Da due anni, ossia da quando c'è stato il primo prestito ponte da 900 milioni erogato alla compagnia aerea, l'UE tiene d'occhio la situazione. A quella prima fase di aiuti ha fatto seguito poi un secondo prestito ponte da 400 milioni recentemente approvato ma non ancora erogato. Stando alle voci circolate è probabile che l’UE bloccherà qualsiasi nuovo esborso dichiarando così il crac del vettore tricolore.


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