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Alberghi all'asta, in sei mesi crescita del 9%


La crescita costante delle procedure immobiliari registrata dal Centro Studi Sogeea

Negli ultimi sei mesi il numero delle strutture turistico-ricettive all'asta in Italia è cresciuto del 9%. Dal Rapporto semestrale sulle aste immobiliari presentato in Senato dal Centro Studi Sogeea emerge, infatti, una crescita costante delle procedure in corso che riguardano alberghi, bed & breakfast, motel, campeggi e simili. Alla fine del giugno scorso le procedure attive erano 237, a fronte delle 217 rilevate ad inizio anno.

Vendite forzate raddoppiate al Nord

A determinare l’aumento l'area settentrionale del Paese, che ha praticamente raddoppiato il dato: 101 gli immobili in vendita forzata rispetto ai 51 riscontrati in avvio di 2017. Tutte le altre macroregioni hanno invece fatto registrare un calo: -11% il Centro, -21% il Sud, -22% le Isole. I più significativi balzi in avanti sono stati effettuati dal Veneto (34 strutture all'asta rispetto alle 9 di inizio anno), dal Piemonte (passato da 14 a 20 vendite forzate), dalla Lombardia (da 4 a 12), dal Trentino-Alto Adige (da 4 a 8) e dalla Liguria (un unico immobile all'incanto sei mesi fa, addirittura 11 adesso). Nessuna struttura in fase di cessione per Molise e Valle d'Aosta, mentre sia la Sicilia (da 32 a 28) sia la Sardegna (da 22 a 14) hanno fatto registrare decrementi significativi. Il miglioramento più consistente si è però verificato in Campania, regione che al momento conta 13 alberghi all'asta contro i 27 di inizio anno.

Tra le Province comanda Padova

A livello di province, invece, comanda nettamente Padova con 20 strutture in vendita: il dato, l'unico a doppia cifra nel panorama nazionale, le consente di primeggiare per distacco nei confronti di tutte le altre. Assai distanti rimangono infatti Salerno, Trento (entrambe ne contano 7), Rimini, Savona, Taranto e Vicenza (tutte con 6).

Soffrono le strutture ricettive medio-piccole

A pagare dazio sono soprattutto le realtà imprenditoriali di dimensioni contenute: il 54% dei complessi turistico-ricettivi finiti all'asta ha infatti un prezzo inferiore al milione di euro.


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