Crisi Aziendali

Air Italy, sorpresa nel Decreto Rilancio post coronavirus


Sfilavano già i titoli di coda, ma la storia di Air Italy, il vettore aereo con base operativa in Sardegna e testa a Milano in liquidazione volontaria dal febbraio scorso, potrebbe presto vivere un nuovo, inatteso, capitolo. A far confidare in un futuro inaspettato i quasi 1.500 dipendenti della compagnia, l'articolo 202 del decreto rilancio appena licenziato dal Governo che si concentra sul trasporto aereo autorizzando Alitalia a gestire la continuità territoriale delle Isole e, come si legge nel provvedimento pubblicato in Gazzetta Ufficiale, "a costituire una o più società controllate o partecipate per la gestione dei singoli rami di attività e per lo sviluppo di sinergie e alleanze con altri soggetti pubblici e privati, nazionali ed esteri”. L'Esecutivo Conte sembra dunque volere agrvolare un doppio 'salvataggio', quello della principale compagnia nazionale e quello del vettore minore con base ad Olbia, un cui possibile rilancio è chiaramente reso agevolato dalle norme previste dall'omonimo decreto post Coronavirus. Sempre il citato articolo 202 stabilisce, infatti, che "Alitalia può acquistare e prendere in affitto, anche a trattativa diretta, rami d’azienda di imprese titolari di licenza di trasporto aereo rilasciata dall’Ente nazionale per l’Aviazione civile, anche in amministrazione straordinaria”. È evidente, dunque, il richiamo alla situazione di Air Italy. La società isolana, nel frattempo, ha confermato per fine mese la cessazione di ogni attività con il completamento delle operazioni di rimborso e di riprotezione dei passeggeri. E intanto sembra che alcuni soggetti operanti nel trasporto aereo stiano mettendo gli occhi sugli asset della compagnia, al centro del bando lanciato dalla curatela al fine di intercettare possibili manifestazioni di interesse. Per quanto riguarda i dipendenti e la prospettiva cassa integrazione, i sindacati proseguono le trattative per fare entrare la richiesta dell'ammortizzatore dentro le misure previste dal precedente Decreto 'Cura Italia'.


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