Concordato Preventivo

Sangemini, la proprietà chiede il concordato


Richiesta di concordato in bianco in continuità produttiva per superare la crisi e ripartire con un piano di sviluppo strutturato. Questa la proposta comunicata dai vertici di Ami, Acque Minerali d'Italia, alle segreterie nazionali sindacali mentre i lavoratori della *Sangemini *stavano presidiando i cancelli dell'azienda, direttamente controllata dal Gruppo con base a Milano. L'annuncio è arrivato ieri accompagnato dalla conferma della volontà di mantenere tutti i siti e tutti gli asset. Proprio da ieri l’attività dello stabilimento Sangemini è ferma con gli 85 lavoratori dello storico sito umbro in cassa integrazione anche a causa della mancanza di materie prime come tappi, preforme, etichette, bancali. "Ci sono 85 famiglie che vivono nella paura di perdere il proprio salario, ci aspettiamo risposte serie e precise, per questo - affermano i sindacati - è importante che domani, alla fine della cassa integrazione, si possa tornare a produrre, altrimenti il rischio è di perdere ulteriori quote di mercato". Al momento, dunque, la priorità è la salvaguardia dell'occupazione e la continuità produttiva. Ora i sindacati attendono che la proprietà chiarisca nel dettaglio le proprie intenzioni. Di certo dovrà farlo il prossimo 12 marzo a Roma quando si terrà un incontro già programmato da tempo presso il Ministero dello Sviluppo Economico. In quell'occasione sarà chiamata a mettere nero su bianco il piano per il risanamento del debito dell’azienda che sembra incentrato sul mantenimento e l’aumento dei volumi produttivi e la conferma dell'intera forza lavoro attualmente impiegata negli stabilimenti (oltre a Sangemini, figurano tra gli asset di Ami anche i marchi Norda e Gaudianello).


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