In questo articolo verrà data una risposta alla seguente domanda: quali sono le 5 cose da sapere sul Codice della crisi d'impresa di recente emanazione? Possiamo anticipare che sono: gli strumenti di allerta, il piano di azione, la prevenzione, l'azione e la consulenza (fonte: Wall Street Italia). Ciascuno di questi cinque elementi sarà analizzato fin nei minimi dettagli. In aggiunta a ciò, si parlerà della situazione generale che riguarda il Codice della crisi d'impresa stesso, che tratta tra l'altro del ruolo del Corporate Counsel, ovvero del consulente aziendale, e dello stato dei rapporti di lavoro in seguito alla liquidazione (fonte: Altalex). Infine, si puntualizzeranno alcune cose riguardo alle normative in esso contenute.
Il nuovo Codice della crisi d'impresa
Il Decreto legislativo numero 14 del 2019 che lo Stato italiano ha emanato nell'attuazione della legge numero 155 del 2017, la quale ha come oggetto la riforma della materia delegata allo stesso Stato, è il termine giuridico con cui si designa il nuovo Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza. Esso comprende quelle disposizioni generali con cui gli istituti di regolazione della crisi e dell'insolvenza vengono disciplinate. Ma non solo. Le stesse disposizioni riguardano anche i soggetti parte di tali istituti, nonché i procedimenti di allerta, composizione e regolazione di una crisi aziendale. Le regole sulla liquidazione giudiziale e amministrativa e sull’insolvenza dei gruppi delle imprese, oltre che le nuove disposizioni penali e quelle riguardanti il diritto del lavoro, sono anch'esse incluse.
Con il nuovo Codice della crisi d'impresa, “fallimento” viene rimpiazzato da “liquidazione giudiziale”. Il significato rimarrà il medesimo, ma tale sostituzione avrà un effetto psicologico meno negativo sugli imprenditori che hanno dichiarato bancarotta presso il Tribunale preposto. Ma dietro a questa sostituzione c'è anche lo scopo di salvare l'azienda garantendo la continuazione della sua attività. Si ricorrerà alla liquidazione solamente se non ci sono alternative. Il Decreto legislativo mira all'individuazione di uno "stato d'insolvenza futuro” di un’azienda, in modo da attuare degli interventi risolutivi. E può farlo tramite un sistema di allerta delle situazioni critiche. In seguito, si adotterà un modello per l’accertamento della crisi in tempi brevissimi. Adesso procediamo all'analisi delle 5 cose da sapere sul codice della crisi d'impresa.
Gli strumenti di allerta e il piano d'azione
Una delle 5 cose da sapere sul codice della crisi d'impresa riguarda la strumentazione di allerta. Il Codice prevede infatti che un organismo di monitoraggio apposito, addetto all'individuazione dei segnali di una crisi imminente, venga costituito. Le autorità proposte si occuperanno di mettere a loro disposizione i dettagli riguardanti le strumentazioni di allerta, che differiscono da categoria a categoria. I soggetti interni (come i revisori) ed esterni all’impresa stessa (come l'INPS) sono obbligati a dare l'allerta. Tra i destinatari degli strumenti di allerta si possono annoverare le imprese soggette a liquidazione amministrativa, gli imprenditori individuali, le imprese agricole, le imprese minori e gli imprenditori collettivi (fonti: Altalex e Feder Notizie).
Il motto Scout è "Estote parati", che significa "sii pronto". Ed è legittimo pensare che anche ogni impresa debba adottarlo. Un imprenditore dovrebbe attribuire la massima importanza alla possibilità di una crisi aziendale. A tale scopo, è necessario che costituisca appunto un piano d'azione, ovvero una strategia che abbia la possibilità di essere messa in atto nel momento in cui ce ne fosse la necessità. Deve altresì fare in modo che la crisi in cui potrebbe incorrere la propria impresa non debba coinvolgere gli amministratori e i controllori, oltre che le famiglie degli stessi, e questo sia da un punto di vista legale che da un punto di vista patrimoniale.
La prevenzione e l'azione
Un altro motto che qualunque imprenditore dovrebbe tenere sempre a mente è il "Prevenire è meglio che curare" di Ippocrate. Certo, il redattore dell'omonimo giuramento aveva concepito quest'espressione a proposito delle pratiche mediche di cui era a capo. Ma la validità della sua constatazione è stata riconosciuta anche in altri ambiti. Ed è in questa ottica che l'imprenditore dovrà attrezzarsi di tutti gli strumenti atti a proteggere il patrimonio finanziario della propria azienda, in modo che non venga intaccata da una possibile crisi. Ma l'imprenditore stesso dovrà avvalersi dell'aiuto sia dell'amministratore che dei componenti degli organi di controllo, come ad esempio il collegio sindacale che si occupa dei diritti dei dipendenti aziendali.
Un'altra buona pratica che è bene seguire consiste nel prendere delle iniziative quando la propria impresa sta prosperando, e non solo quando è in crisi. Per questo, l'imprenditore dovrebbe attivare gli strumenti di protezione di cui sopra il prima possibile, specialmente quando non sembra che ce ne sarà mai bisogno. Se si adotta questa strategia, questa si rivelerà efficace nel momento in cui se ne avrà maggior necessità. Se le cose andassero male e non fosse stato preparato un piano in tempi non sospetti, le suddette potrebbero peggiorare. Certo, potrebbero anche non farlo, ma perché rischiare? A questo punto, trattiamo l'ultima delle 5 cose da sapere sul codice della crisi d'impresa.
La consulenza
La percezione comune è quella d'individuare un determinato problema solamente quando si riconosce l'urgenza di risolverlo. Per questa ragione, è una buona pratica tenere in considerazione quanto il consulente aziendale potrebbe comunicare all'imprenditore, soprattutto quando tratta della strategia preventiva da preparare quando un'azienda non dà segno di entrare in un periodo di crisi, almeno per ora. Certo, si potrebbe pensare che il consulente abbia a cuore i propri interessi, che ci guadagni nell'elargire consigli. E non si avrebbe torto, perché lui viene pagato per fare il suo lavoro. Tuttavia, si perderebbero molti più soldi se avvenisse una crisi e non si avesse una strategia già pronta all'uso perché non si è dato retta al consulente.
5 cose da sapere sul codice della crisi d'impresa: conclusione
A chiusura di questo articolo ricordiamo che il Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, che rimpiazzerà quello emanato con la legge numero 155 del 9 ottobre 2017 e con il Decreto legislativo numero 14 del 12 gennaio 2019, dovrebbe entrare effettivamente in vigore solamente a partire dal prossimo 1 settembre 2021, e non più dal 15 agosto 2020 (così come previsto dal c.d. Decreto Liquidità dell'8 aprile 2020). Nel frattempo, il legislatore ha emanato il Decreto legislativo numero 147 del 2020, nel quale sono presenti delle disposizioni correttive. Queste ultime integrano il Codice della crisi, modificando la maggior parte delle normative che ancora non sono state messe in atto (fonti: Altalex e IPSOA).
Fonte immagine: Altalex