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Melegatti, pandoro sotto l'albero per evitare il fallimento


Riparte la produzione per salvare la campagna natalizia e (si spera) una storia lunga oltre 120 anni

Melegatti prova a reagire alla crisi di liquidità riavviando la produzione in vista della campagna natalizia. Quest’anno, quindi, comprare il pandoro per Natale potrebbe significare appoggiare la battaglia per salvare la storica azienda veronese dal fallimento e quindi anche il posto dei 156 lavoratori (di cui 70 fissi, gli altri stagionali) senza stipendio da agosto e nelle ultime settimane in presidio fisso davanti ai cancelli dell’industria dolciaria. Da lunedì prossimo i dipendenti torneranno al lavoro dopo che il Tribunale di Verona ha dato il via libera alla produzione. Si tratterà, inevitabilmente, di una produzione ridotta: la previsione è di un milione e 750mila pezzi tra panettoni e pandori da mettere in vendita per le prossime festività. Questo è il primo passo del piano varato da Gianbruno Castelletti, ii consulente esterno nominato dal Cda di Melegatti, cui è seguita la nomina dei due commissari decisa dal Tribunale. Il primo step necessario per evitare il fallimento dopo la presentazione della richiesta di concordato al Tribunale. “La gestione della crisi prevede l’ingresso di un socio finanziatore, un fondo, che mette inizialmente 6 milioni, e poi altri 10 per la successiva campagna pasquale” – ha spiegato la Flai Cgil.

E i dipendenti lanciano lo slogan #MelegattiSianoNoi

La produzione natalizia vale un fatturato di 5,5 milioni: meno dei sei investiti, ma è un modo per mantenere il marchio presente nel mercato dei dolci da ricorrenza. “Natale è una festa molto sentita: ci auguriamo che in molti, vedendo Melegatti sullo scaffale, decidano di acquistarlo, per dare forza alla nostra battaglia”, dicono i lavoratori lanciando lo slogan #MelegattiSiamoNoi. E Melegatti è un po’ tutta Verona e tutta Italia perché la storia dell’azienda è una storia che rappresenta quello spirito del saper fare italiano che contraddistingue da sempre il nostro ‘made in’. Una storia che inizia nel 1894 quando Domenico Melegatti inventa la forma, il nome e la ricetta del pandoro, che quattro anni dopo, intuendone le potenzialità, registra con un “attestato di privativa industriale” rilasciato dal Regno d’Italia, ministero dell’Agricoltura, industria e commercio. Per 50 anni quella sorta di brevetto ha protetto la ricetta, poi la validità è decaduta e in molti si sono messi a produrre il pandoro. Ma quello di Melegatti, questo Natale, avrà di certo un sapore del tutto particolare, quello della solidarietà.


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