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La bici si sgonfia? OBike fa istanza di fallimento in Singapore


L'azienda è in difficoltà a causa delle restrizioni del mercato asiatico. Nessuna ripercussione sulla Srl che gestisce il servizio in Italia

C’è chi parla già di una bolla che sta scoppiando. È quella del bike sharing orientale: dopo Gobee un altro colosso del settore ha presentato istanza fallimentare a Singapore. Si tratta di oBike, compagnia che nell’ultimo anno ha portato i suoi velocipedi in diverse importanti città italiane (Roma, Torino, Milano) e sulla riviera romagnola. Le sue bici gialle sono sparse in 40 città in diverse nazioni ma ha presentato istanza di fallimento nel luogo della sua sede centrale, Singapore.

Ciò - va specificato - non avrà ripercussioni sul servizio italiano: la srl che gestisce oBike nel nostro Paese è indipendente dalla società cinese. Del resto il fallimento riguarda soprattutto il mercato asiatico: tra le ragioni ci sarebbero infatti le tasse e le restrizioni che le autorità della Repubblica di Singapore hanno importo per ridimensionare il sovraffollamento di bici per le strade. Ci sono poi gli atti vandalici, con numerose bici gettate nei fiumi (è capitato anche a Torino e Roma). Amburgo, alla notizia del fallimento, ha svenduto diecimila bici che erano rimaste in mag In Italia, come detto, il servizio continua a funzionare. La situazione nella Penisola è del resto totalmente diversa: il bike sharing al momento è un servizio relativamente nuovo, almeno nel suo utilizzo tramite app, e ha successo. Si è lontani dal sovraffollamento ciclistico.


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