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Diciotto dipendenti acquistano e salvano la Gazzotti


Workers buyout: un'azienda storica è stata rilevata dagli ex lavoratori che hanno impiegato parte delle loro quote di disoccupazione

La Gazzotti di Bologna riparte grazie a 18 suoi ex dipendenti che si sono associati in cooperativa e si sono aggiudicati marco e impianti della Bopar Spa, ex Gazzotti Spa. L'azienda si trova a Trebbo di Reno. I 18 dipendenti hanno vinto l'asta promossa dal tribunale e lunedì l'atto sarà perfezionato davanti al notaio. Si salva così un'azienda storica, specializzata nella realizzazione in parquet da più di cento anni. E' stata Legacoop a supportare i lavoratori nella definizione del piano di impresa e nel reperimento delle risorse necessarie. I dipendenti hanno messo sul piatto le proprie quote di indennità mensili di disoccupazione. E' un tipico caso di "workers buyout" che ha portato al salvataggio di circa 15mila posti di lavoro distribuiti in 350 diverse aziende. 

Gazzotti fu fondata nel 1910 diventando leader di mercato, con grossi clienti: si va dai Savoia - la casa reale - al teatro San Carlo di Napoli. Anche gli stilisti hanno scelto per le loro boutique il marchio Gazzotti, notissimo a bologna. Dal 2016, però, gli affari sono andati male, oltre alla crisi di mercato c'è stato lo stop alle esportazioni di rovere da parte della Croazia. I cambi di proprietà non sono serviti a salvarli e l'azienda è fallita a marzo. Ora, il lieto fine. Anzi, si spera, un buon inizio. 

 


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