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Il Paradiso venduto all'asta per un milione


La mitica discoteca sui colli di Rimini acquistata da una cordata di imprenditori romagnoli. Su quella pista, abbandonata da anni, ballarono anche Craxi, Alberto di Monaco e Versace

Il mito della movida riminese, quella tutta spiaggia, vitelloni e discoteche, è iniziato lì. Sui colli di Covignano. Dove alla fine degli anni '50 Tina Mirti Fabbri decise di trasformare la villa di famiglia prima in un ristorante poi un "ristodancing". Quelle sono state le radici del Paradiso, uno dei locali che ha fatto la storia delle pazze notti riminesi. E che dopo aver chiuso nel 2011, a seguito di contenziosi vari tra gestori e titolari dell'immobile, è finito all'asta dopo il fallimento dell'immobiliare che ne deteneva la proprietà. Sei gli esperimenti che si sono susseguiti in meno di un anno per tentare di vendere l'ex discoteca. E proprio il sesto, andato in scena ieri, si è concluso con l'aggiudicazione del lotto alla Filo srl, società che raggruppa imprenditori romagnoli. Sul piatto un'offerta, l'unica presentata, pari a 985mila euro, ben lontana dal prezzo di partenza stabilito nel luglio del 2017 dal Tribunale in 3 milioni. Del futuro del Paradiso, rivelandone la vendita, si è occupato oggi il Resto del Carlino che nel lungo articolo ricostruisce anche la storia della discoteca, lanciata come detto da Tina Mirti Fabbri e poi preso in mano dal patron Gianni Fabbri, figlio di Tina, che ne fece uno dei locali più alla moda della Riviera e dell’Italia intera, tanto che in pista, tra gli anni '80 e '90 si videro muovere il bacino personaggi come Bettino Craxi e Gianni De Michelis, ma anche Fiorello, Jovanotti, il principe Alberto di Monaco e Versace. L'epopea Fabbri terminò nel 2001, quando già si faceva sentire la crisi delle discoteche. Il testimone fu preso dai fratelli Buffagni, gestori di Villa delle Rose e Peter Pan, ma gli antichi fasti non tornarono mai più. Ora questa nuova cordata di imprenditori locali ha fatto suo terreno e immobile. Per farci cosa, ancora, non si sa. Certo è che il Piano regolatore consente di sfruttare l'area con finalità turistico-ricettiva, che tradotto significa albergo o resort. Staremo a vedere... 


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