Crisi Aziendali

Piaggio Aerospace, il futuro appeso a un drone


La Difesa potrebbe investire nella tecnologia dell'azienda ligure così da far ripartire la produzione e salvare 1200 posti di lavoro. Ma il rischio di un maxi investimento frena le trattative

Il futuro di Piaggio Aerospace continua ad essere appeso a un filo, anzi, ad un drone. Il modello P.1HH, a dire il vero più di un drone perché è a tutti gli effetti un velivolo comandato a distanza, 'da remoto' e quindi senza pilota. Questa tecnologia rappresenterebbe il futuro per l’azienda ligure, colosso che impiega oltre 1.200 persone tra Villanova d’Albenga e Genova. Dopo mesi e mesi di crisi, piani industriali affondati prima di nascere, il nuovo drone è il perno di un possibile rilancio. Il perno attorno al quale ruota tutto quanto, in primis la riattivazione delle linee di produzione, che vorrebbe dire lavoro e non cassa integrazione. Peccato però che in audizione alla commissione Difesa alla Camera dei Deputati, i vertici militari della Difesa abbiano bocciato l'investimento, ritenendolo "non adatto alle esigenze del Corpo". Da qui il nuovo appello dei sindacati che chiedono al Governo, in primis al Ministro della Difesa, di trovare una soluzione. Vero è che i P180, gli aerei che compongono la flotta militare che viene utilizzata in servizio operativo, hanno parecchi anni sulle ali. Ma il Comando delle forze armate, aeronautica in primis, non ritiene il drone made in Italy un valido alleato. E così la maxi commessa da 250 milioni è stata congelata. Dalle parti del Ministero dello Sviluppo Economico si confida in un intervento di Leonardo-Finmeccanica, azienda che è fornitore e primo creditore di Piaggio Aerospace con un’esposizione di 117 milioni di euro. Possibile? Pare di sì anche perché il principale azionista di Leonardo è il ministero dell’Economia e delle Finanze. 


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