Crisi Aziendali

Crisi Condotte: entro il 18 maggio serve il piano di concordato


Il colosso delle costruzioni in difficoltà a causa dei ritardi dei pagamenti dello Stato. Si mira alla ristrutturazione del debito

La crisi della Società italiana per Condotte d’Acqua, il colosso romano delle costruzioni, si fa sentire sui lavori strategici come il nodo dell’alta velocità di Firenze. Un’opera che vale circa 800 milioni di euro. Rischiano intoppi anche altre grandi opere come il lotto Rosolini-Modica della superstrada Siracusa-Gela, la Città della Salute a Sesto San Giovanni (900 milioni di euro) e il nuovo policlinico di Caserta.

I problemi di Condotte - a capo del terzo gruppo di costruttori in Italia con 1,3 miliardi di fatturato consolidato - sono iniziati l’8 gennaio scorso con la richiesta di concordato in bianco. La società sosteneva che, pur a fronte di un corposo portafoglio ordini, c’era una difficoltà di incasso dei crediti vantati nei confronti della pubbliche amministrazioni. Si tratterebbe in altre parole di una crisi di liquidità. Condotte è esposta verso le banche per 767 milioni di euro, con il debito verso i fornitori che supera il miliardo. Ora c’è tempo fino al 18 maggio per presentare un piano di concordato.

La società ha quasi seimila dipendenti. Secondo le riviste di settore, si mira alla ristrutturazione del debito con le banche e alla creazione di una newco in grado di assorbire il portafoglio ordini. I crediti nei confronti della Pubblica amministrazione ammontano a quasi 900 milioni. Proprio l’Alta Velocità di Firenze è uno dei nodi attorno ai quali Condotte si è trovata in difficoltà: l’appalto è stato vinto nel 2007 ma un’inchiesta della procura di Firenze, nel 2013, portò al sequestro dei macchinari. Ad oggi, hanno fatto sapere da Condotte, i lavori della Tav fiorentina sono costati all’azienda circa cento milioni di euro.


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