Crisi Aziendali

Carrefour 'pensiona' gli Iper, previsti 600 esuberi


Il gruppo distributivo ha presentato il Piano di trasformazione aziendale 2019-2022: investimenti per 400 milioni, si punta su superfici di vendita più piccole ed e-commerce. Pesanti i tagli al personale, sindacati pronti alla battaglia

Carrefour Italia ridimensiona i propri punti vendita per tentare di reagire alla crisi del commercio tradizionale sinora basato su grandi superfici. Il Gruppo francese della grande distribuzione ha presentato alle parti sociali il Piano di Trasformazione quadriennale 2019-2022, che prevede investimenti per 400 milioni di euro, ma anche 590 esuberi con l'apertura di una procedura di licenziamento collettivo. Il Piano è strutturato sui prossimi quattro anni e prevede uno sviluppo imperniato sulla revisione del formato "classico", quello del grande ipermercato, a favore di superfici più piccole. L’obiettivo è di adattare il modello di business e l’organizzazione aziendale alle più recenti evoluzioni della domanda, che privilegia da una parte un maggior livello di servizio e di selezione di prodotti e, dall’altra l’e-commerce e lo sviluppo dei punti vendita di prossimità e con superfici di medie e piccole dimensioni. I sindacati, tuttavia, non ci stanno e ricordano che quella annunciata "è la quarta ristrutturazione in dieci anni per un taglio totale di posti di lavoro pari a 9mila unità". Dei 590 esuberi previsti nei prossimi 4 anni, quasi il 4% della forza lavoro, 440 sono previsti nel ramo degli ipermercati e 150 all’interno della riorganizzazione della sede centrale di Milano. Con gli investimenti previsti si andranno ad aprire 300 nuovi punti vendita grazie ad acquisizioni, sviluppo franchising e negozi diretti, in particolare in Lombardia, Piemonte, Lazio, Liguria e Valle d’Aosta, ma anche nel Triveneto, in Emilia Romagna, Campania e Sardegna. Inoltre, Carrefour punta sul potenziamento dell’e-commerce. Il colosso francese del commercio ha anche avanzato la richiesta di applicare il protocollo per la gestione di gravi crisi aziendali definito dal contratto nazionale della Distribuzione moderna organizzata, sottoscritto di recente con Federdistribuzione, e di procedere alla rinegoziazione del contratto integrativo aziendale. Per i sindacati il nuovo piano "è insostenibile ed è opportuno aprire subito un confronto per definire soluzioni di carattere organizzativo a tutela dell'occupazione. Se l’azienda dovesse confermare l’intenzione di adottare soluzioni insostenibili - afferma la Filcams - non escludiamo di prevedere il coinvolgimento del Mise che già si è fatto carico di approfondire i termini di altre vertenze del comparto distributivo”.


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