Descrizione
Piena proprietà di appartamento in Roma (RM), Via Carpineto n. 31, piano seminterrato, interno 1bis. L’appartamento è composto da ingresso/angolo cottura, camera e bagno, per una superficie convenzionale complessiva di mq. 26,00 circa. Confina con vano scale, corte comune, appartamento int. 1, salvo altri. È identificato al catasto Fabbricati del Comune di Roma al Foglio 635, Particella 30, Sub 7, graffata alla Particella 411, z.c. 4, cat. A/5, cl. 1, consistenza 2,5 vani, sup. cat. tot. 28 mq., totale escl. aree scop. 28 mq, Rendita € 180,76, Via Carpineto n. 31, piano T-S1. Da ricerche eseguite presso l’Archivio Storico Capitolino l’Esperto ha reperito il fascicolo n. 26233 del 1930 relativo al fabbricato dove è posto l’immobile oggetto di pignoramento in cui, oltre agli atti progettuali con timbro di approvazione del 24/11/1930, sono presenti anche l’Atto di Sottomissione redatto dal Notaio Rinaldi datato il 1/06/1926 e l’Atto d’Obbligo redatto dal Notaio Giorgi il giorno 04/01/1931. Negli elaborati progettuali non è rappresentato il corpo di fabbrica realizzato in continuità con l’edificio, corrispondente a parte dell’immobile oggetto di pignoramento in cui sono ubicati i servizi. Nella planimetria di progetto del 1930 la camera dell’appartamento è parte di uno dei due immobili del piano scantinato (seminterrato). Nella planimetria catastale del 1939 risulta che la predetta camera è stata frazionata e annessa al nuovo corpo di fabbrica non esistente nel progetto originale. Lo schema planimetrico elaborato in seguito al sopralluogo risulta conforme alla planimetria catastale del 1939 a meno della presenza di un tramezzo divisorio, dello spessore della muratura tra le due predette porzioni immobiliari, dei gradini in muratura d’ingresso all’immobile e quello d’accesso alla camera. Non risulta alcuna Licenza di abitabilità per l’edificio dove è posto l’immobile. Non sono state reperite ulteriori informazioni e documentazione utile presso l’UCE e presso l’UT del Mun. V. Sono state rilevate le difformità rappresentate e descritte in perizia. L’Esperto rileva che l’immobile oggetto di pignoramento è difforme dall’elaborato progettuale del 1930, inoltre presenta una superficie calpestabile inferiore a quanto stabilito dalla normativa vigente. Non è emersa documentazione che attesti la legittimità di parte dell’immobile se non la planimetria catastale del 1939 che non legittima la preesistenza avendo reperito il progetto originale. Non si ritiene possibile regolarizzare l’immobile, per cui l’aggiudicatario dovrà provvedere a propria cura, onere e spese a ripristinare l’immobile nello stato legittimato e assentito, come meglio rappresentato, indicato e descritto dall’Esperto nell’elaborato peritale. Non è stato possibile redigere l’APE in assenza della necessaria documentazione. L’immobile è occupato da terzi con contratto di locazione ad uso abitativo stipulato in data 21/05/2018, della durata di anni 4 + 4, con decorrenza 01/06/2018 e prima scadenza 31/05/2022, per cui il conduttore ha comunicato recesso anticipato dal contratto per la data del 31/12/2021 ma non ha ancora rilasciato l’immobile, al canone annuo di € 4.200,00, registrato all’Agenzia delle Entrate, DP3 UT di Roma 4, in data 22/05/2018 al n. 5926 - Serie 3T antecedentemente al pignoramento e pertanto opponibile. L’immobile sarà liberato all’aggiudicazione su richiesta dell’aggiudicatario. Il tutto come meglio descritto nell’elaborato peritale depositato in atti.
