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L'allarme di federmeccanica sulle materie prime: "Rincari per il 91% delle imprese"


Quale sarà il futuro stato economia in Italia nel 2022? Il nuovo anno sembra presentarsi fin da subito problematico visto che busserà alle porte con un cestino pieno di rincari per le imprese operanti all'interno del territorio nazionale. Infatti è già astato annunciato l' aumento delle utenze, l'energia elettrica e gas in primis, a cui si aggiunge anche quello delle materie prime. Lo stato di emergenza dettato dalla crisi Covid Sars 19 è appena stato prolungato dal governo italiano fino ai primi mesi del prossimo anno. Lo scenario sembra abbastanza complesso e l'economia italiana, insieme alle sue aziende, è chiamata ancora una volta ad affrontare una partita davvero molto complicata sullo scacchiere internazionale.

Il Covid ha messo in crisi l'azienda manifatturiera

Il Covid sta mandando in crisi l'azienda manifatturiera. Tocca ora a Federmeccanica lanciare l'allarme visto che ci saranno dei rincari che potranno raggiungere la preoccupante soglia 91% per l'acquisto delle materie prime, dato che ovviamente preoccupa non poco le imprese nostrane. Non solo, a questa cifra già di suo problematica si devono aggiungere anche altri dati non meno preoccupanti. Ad esempio il 72% delle aziende italiane ha comunicato di andare già incontro ora a difficoltà di approvvigionamento, per non parlare poi di quel 26% di aziende che si dimostra piuttosto preoccupata visto che ha dichiarato di correre il rischio di essere costretta a interrompere la propria attività produttiva se le cose dovessero continuare in questo modo.

Federmeccanica comincia a mettere le mani avanti, lanciando il suo allarme, sperando che il messaggio possa arrivare a chi di dovere visti i futuri rincari per le imprese. Nel 2022 si avranno difficoltà di approvvigionamento delle materie prime vista la loro continuità impennata dei prezzi di listino. Stando a una recente indagine congiunturale riguardante la realtà dell' industria metalmeccanica nazionale si viene a scoprire che il 91% delle imprese italiane che hanno partecipato alla realizzazione di questa indagine ha già fatto registrare dei rincari, mentre il 72% ha comunicato di avere una chiara difficoltà di approvvigionamento. Infine, il 26% di queste sta correndo il rischio di essere costretta a fermare l'attività produttiva. A settembre 2021 l'aumento dei prezzi eri già superiore del'11,6% rispetto all'anno precedente.

Rincari che influiscono sulla competitività

I rincari per le imprese sembrano essere inarrestabili visto che tutto sta aumentando, Si segnalano diversi aumenti per quel che riguarda l'energia, i trasporti, le materie prime, i chip. La questione sta diventando molto più seria del previsto e secondo il vicepresidente di Federmeccanica, Diego Andreis, al momento non si vedono molte schiarite all'orizzonte e la tanto auspicata impresa non può che essere frenata. La futura situazione si prospetta molto critica per quel che riguarda l'intero sistema produttivo. Bisogna considerare che tutte le aziende interpellate, purtroppo senza eccezione alcuna, hanno segnalano, l'aumento dei costi delle materie prime, ma non solo, a esso infatti si deve aggiungere la difficoltà di reperimento delle stesse, come sta accadendo nel settore automotive ad esempio.

Sempre secondo quanto recentemente comunicato dal vicepresidente di Federmeccanica, cioè Diego Andreis, l'industria italiana sta al momento vivendo una situazione a dir poco paradossale. Infatti gli ordini continuano ad arrivare ma risulta pressoché impossibile evadere tutte le richieste vista l'impossibilità di reperire le materie prime necessarie. Il settore dell'automobile e la sua filiera rappresenta uno degli esempi più lampanti di questo difficile momento. Così alla fine, inevitabilmente, tutto ciò finisce ad avere un influenza sui costi di produzione delle imprese che, inevitabilmente, finiscono con l'aumentare. Inutile aggiungere che questi rincari confluiscono in maniera decisamente negativa sulla marginalità delle imprese italiane, sulla loro competitività nel panorama internazionale e anche sulle loro possibilità d'investimento.

Quale scenario si prospetta?

Uno dei settori più colpiti è la metalmeccanica italiana, dove la produzione è si in crescita, ma colpita dall'attuale mancanza di lavoratori e di materie prime. A partire dal primo mese di gennaio a quello di settembre di questo anno gli ordini, in questo settore, hanno visto un aumento del 22,3%. Le attuali problematiche del mercato hanno però portato a un pesante aumento dei costi di produzione, costi che, inutile dire, andranno ovviamente a incidere in maniera negativa sulla competitività nel panorama internazionale delle nostre aziende. Tra le altre cose bisogna dire che, almeno in parte, c'è stato un riassorbimento dei i cali occupazionali avuti nel 2020. Infatti si è quasi dimezzato il ricorso alla cassa integrazione.

Quindi, partendo proprio da questo dettagliato punto di vista, il nuovo anno ormai alle porte si annuncia ancora più difficile rispetto allo scorso 2021, quando le imprese italiane, almeno per quel che riguarda il primo periodo dell'anno, hanno potuto utilizzare le scorte presenti all'interno dei loro magazzini. Ora le imprese italiane non possono più farlo e diventa quindi necessario intraprendere tutte le azioni utili, a ogni livello, che possano far uscire da questa complicata difficile nazionale, dal livello nazionale a quello europeo. Si deve calmierare questa gravosa situazione che corre il rischio di arrivare a essere disastrosa. al momento è a dir poco iper-inflattiva, visti i numerosi rincari per le imprese.

Periodi a confronto

In media, nel nostro panorama nazionale, durante i primi nove mesi del 2021 la produzione metalmeccanica ha visto aumenti pari al 21,8% se confrontata con lo stesso periodo dell’anno precedente. Questo aumento risulta essere molto più consistente rispetto a quanto l’intero comparto industriale ha fatto registrare, cioè un segno + del 14,5%, e che ha consentito un recupero quasi integrale, qui si è registrato un segno - pari al 0,2%, dei volumi produttivi del periodo che è corso da gennaio a settembre 2019. Questo miglioramento riguardante l’industria metalmeccanica ha interessato in maniera diffusa le principali attività dell’aggregato, facendo così registrare aumenti a doppia cifra. Non si deve però trascurare il fatto che la caduta del 2020 è stata del -8,9%.

I rincari per le imprese potrebbero cambiare tutto

Questo andamento decisamente positivo messo a segno dall’attività produttiva del nostro paese, che si è fatto registrare nei primi nove mesi dell’anno ha subito l' influenza delle dinamiche legate all' export del nostro Paese. Durante i primi nove mesi dell'anno, cioè nel periodo che da gennaio arriva fino a settembre del 2021, le esportazioni del settore metalmeccanico hanno fatto registrare una crescita pari al 24,1% rispetto allo stesso periodo del 2020 e sono riuscite a superare del 7,2% l’ammontare di fatturato metalmeccanico prodotto dal nostro export nei primi nove mesi del 2019. La situazione nel 2022 si annuncia molto diversa visti i rincari che le imprese italiane sono chiamate ad affrontare.


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