Studi e Ricerche

Lavoro e Covid, per 1 italiano su 3 saranno le imprese a risollevare il Paese


Un’Italia divisa sostanzialmente a metà nelle previsioni sull’eventualità di nuove restrizioni a causa del Covid-19 e che, rispetto ad un anno fa, percepisce una maggiore fragilità complessiva riferita, con punte particolarmente elevate, alle prospettive future con forti preoccupazioni per la situazione economica e l’occupazione. Ma chi può aiutare il Paese ad uscire dalle sacche di una crisi che spaventa e rende il futuro un'incognita? Ad ottenere il grado più alto di fiducia, secondo il sondaggio condotto nell’ambito dell’Osservatorio Coronavirus da SWG e Area Studi Legacoop, sono le imprese (36%) e l’Unione Europea (29%), seguite dai normali cittadini (24%) e dalla BCE (19%). La classe politica italiana si colloca al 5° posto, con il 18%. L’11 degli intervistati non ha indicato nessuno ed il 5% ha preferito non rispondere. Sono le principali indicazioni che emergono dai risultati di un sondaggio condotto nell’ambito dell’Osservatorio Coronavirus nato dalla collaborazione tra SWG e Area Studi Legacoop per testare opinioni e percezioni della popolazione di fronte ai problemi determinati dalla pandemia globale. L'indagine, avviata per testare opinioni e percezioni della popolazione di fronte ai problemi determinati dalla pandemia globale, evidenzia timori e speranze degli italiani. Di fronte alla risalita dei contagi registrata dopo la decrescita estiva, il 46% degli intervistati, ad esempio, si dice ottimista dicendo che non serviranno ulteriori limitazioni, mentre il 40% teme che il governo possa dover ricorrere ad un nuovo lockdown (di questi il 47% nel ceto popolare). La percezione di maggiore fragilità complessiva del nostro paese viene espressa da quasi otto italiani su dieci (per l’esattezza il 78%) e con un’incidenza maggiore nei ceti medio basso (83%) e popolare (81%). Una percezione che investe molti aspetti della vita dei cittadini, ma con gradazioni diverse. Ai primi posti si collocano le prospettive future e il senso di comunità, seguite, con il 51%, dalla propensione a fare acquisti (il 61% nel ceto medio-basso) e dalla situazione psicologica. Tengono maggiormente la salute e la famiglia, che chiudono la classifica rispettivamente con il 40% e il 34%. Agli intervistati che hanno espresso una percezione di maggiore fragilità è stato poi chiesto (con la possibilità di due risposte) di indicare quali eventi negativi potrebbero investire il nostro Paese nei prossimi mesi. Il 67% ha indicato la crisi economica, il 49% una maggiore disoccupazione. Seguono, con uno scarto notevole, la preoccupazione per forti tensioni sociali (23%) e per una crisi sanitaria (21%). “Gli italiani sono sospesi in questa bolla di incertezza tra crisi sanitaria che non passa e crisi economica che si annuncia minacciosa– afferma Mauro Lusetti, Presidente di Legacoop – sta crescendo un rischioso senso di debolezza e fragilità, di inadeguatezza ad affrontare il futuro, che va alleviato e combattuto. Per uscirne presto e insieme, nessuno va lasciato indietro”. Allo stesso panel è infine stato chiesto (sempre con due risposte possibili) di indicare chi possa risollevare ed aiutare l’Italia in questa fase di fragilità. Ad ottenere il grado più alto di fiducia sono le imprese (36%) e l’Unione Europea (29%), seguite dai normali cittadini (24%) e dalla BCE (19%). La classe politica italiana si colloca al 5° posto, con il 18%. L’11 degli intervistati non ha indicato nessuno ed il 5% ha preferito non rispondere.