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Effetti fallimento Hanjin Shipping


Il fallimento della Hanjin Shipping è uno di quegli eventi destinati a riscrivere la storia dei trasporti marittimi e a lasciare un segno indelebile nell’economia mondiale. I fatti risalgono al 31 agosto scorso quando la grande compagnia coreana di trasporto marittimo Hanjin ha presentato un’istanza di fallimento negli Stati Uniti e in Corea del Sud. La presentazione dell’istanza ha evidenziato – agli occhi del mondo – la grande fragilità di una delle maggiori compagnie di trasporto marittimo al mondo. Prima compagnia di trasporto di container della Corea del Sud e settima a livello globale, la Hanjin Shipping è presente in tutto il mondo con la sua flotta di 141 navi portacontainer.

Una compagnia che, dal 2011 chiude i bilanci in perdita e che è riuscita ad accumulare un debito "mostruoso": stiamo parlando di oltre 5,5 miliardi di dollari.

La eco della notizia del fallimento della Hanjin Shipping è rimbalzata in tutto il mondo poichè è nei mari di tutto il mondo che questa incredibile storia è destinata a produrre le sue disastrose conseguenze. Dagli Stati Uniti a Singapore, passando per Amburgo e per il porto di La Spezia: le conseguenze del fallimento della Hanjin Shipping sono infatti ben lungi dal rimanere “tra le mura” della Corea del Sud. Gli effetti del disastroso fallimento si stanno riflettendo, a macchia d’olio, sull’intero sistema mondiale del trasporto marittimo.

Fallimento di Hanjin Shipping: quali sono i motivi?

Molti “addetti ai lavori” ancora non riescono a dare una spiegazione completamente esauriente del motivo scatenante che ha condotto Hanjin Shipping al fallimento. Ma, a ben vedere, si trattava di un fallimento annunciato. Dall’anno 2011, la compagnia chiudeva tutti i bilanci in perdita. Fino al 2016, Hanjin Shipping ha potuto contare sul credito delle banche: quando poi Hanjin ha accumulato ancora ben 5,5 miliardi di euro, anche la banca di Stato ha deciso di negare il credito alla compagnia di trasporto.

Il fallimento di Hanjin Shipping e le navi portacontainer bloccate nei porti

Da quel 31 agosto quando la Hanjin Shipping ha presentato l’istanza di fallimento, il sistema marittimo globale ha cominciato a tremare. In seguito alla bancarotta di Hanjin Shipping , infatti, sono rimaste ferme in mare ben 65 navi portacontainer, cariche di merci del valore di circa 14 miliardi di dollari. Per non parlare del personale di bordo, bloccato in mare insieme alle navi. Tutto ciò perché, dopo la dichiarazione di fallimento, i porti di tutto il mondo hanno negato alle navi il permesso di attraccare e di portare a termine le operazioni di carico o di scarico. Un divieto, questo, che permarrà almeno fino a quando Hanjin Shipping non garantirà il pagamento delle tasse portuali, il rifornimento del carburante alle navi e il lavoro degli addetti alle operazioni. Il fallimento di Hanjin Shipping ha determinato un vero e proprio caos nel commercio marittimo di tutto il mondo. Un commercio – ci teniamo a precisarlo – che è una delle principali attività dell’economia globale: basti pensare che il 95% del trasporto delle merci, in tutto il mondo, avviene per mare.

Una crisi che sta trascinando anche le azioni di Hanjin che sono scese del 63%, causando tutta una serie di disastrose conseguenze per gli investitori. Una situazione davvero preoccupante che è stata molto ben riassunta da un commentatore del South China Morning Post che ha evidenziato: “stiamo attraversando una crisi nel trasporto marittimo peggiore di quella degli anni ottanta”. Le banche sono ormai in allerta e molte hanno già cominciato a ritirare i loro crediti dal settore dei trasporti marittimi.

Gli effetti del fallimento di Hanjin Shipping sull’economia italiana

Parlavamo di “crisi globale” che, inevitabilmente, si sta riflettendo anche sull’economia italiana. L’Italia, infatti, costituisce un hub molto importante per Hanjin Shipping: si parla, infatti, di circa 20.000 container della compagnia marittima coreana che dovranno partire ed attraccare da e verso l’Italia. Sulla questione si è espresso anche il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano del Rio che ha definito l’impatto economico della crisi di Hanjin: “gli insoluti che Hanjin lascia a terminal operator e altri operatori ammontano ad almeno una decina di milioni, considerato che il valore delle merci import/export Italia bloccate sulle navi, secondo le nostre stime, ammonterebbe a più di un miliardo”.

Per non parlare, poi, delle conseguenze sul fronte occupazionale del fallimento di Hanjin Shipping. Lo scorso 2 settembre è stata messa in liquidazione anche Hanjin Italy e lo scorso 19 settembre è decorso il termine per i licenziamenti collettivi che riguardano i 92 dipendenti di Hanjin Italia.


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