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Carim, CariCesena e Cassa di San Miniato: si allontana il rischio liquidazione


Ad agosto i fondi interbancari garantiranno la continuità, l'acquisto da parte di CariParma previsto dopo l'estate per 130 milioni

Il ministero dell'Economia si sta muovendo per garantire il salvataggio di due banche del territorio romagnolo: CariCesena e Cassa di risparmio di Rimini. Oltre a questi due istituti bancari, c'è l'interessamento anche per la toscana Cassa di Risparmio di San Miniato. Nei giorni scorsi i sindacati si sono detti molto preoccupati di quanto può accadere alle tre banche. Il ministero però, secondo AdnKronos, avrebbe preso in mano il dossier e a breve dovrebbe essere convocata l'assemblea dello Schema volontario del Fondo Interbancario che darà il via libera ad un aumento delle risorse in dotazione.

I numeri del salvataggio

Attore in campo è CariParma Credit Agricole: sul tavolo ci sono dai 100 ai 150 milioni di offerta per gli istituti. Il termine delle trattative, che scadeva ieri, è stato proprgato a settembre.
Pare comunque scongiurato lo spettro della liquidazione prospettata dai sindacati negli ultimi giorni di luglio. Agosto servirà al Fondo Atlante II che, con circa 200 milioni, acquisterà 3,1 miliardi di sofferenze e inadempienze accumulate negli ultimi anni. Un'operazione che rafforzerà la tenuta, altrimenti a rischio, delle banche. Il secondo passaggio è la ricapitalizzazione che arriverà dal braccio volontario del Fondo depositi che ha già versato 420 milioni per il salvataggio. Ne servono altri per ricapitalizzare Carim e San Miniato. Nel 2016 - ricorda Repubblica - erano stati versati 280 milioni a Cesena. Dal 2015 ad oggi le banche hanno già versato oltre 9 miliardi per il salvataggio a cui si aggiunge il mezzo milione che consentirà l'acquisto da parte di CariParma delle tre banche. Insieme, gli istituti in questione hanno quasi 11 miliardi di attività.

A settembre si dovrebbe concretizzare l'acquisto: l'offerta è di 130 milioni di euro. Il gruppo francese in Italia ha, oltre a CariParma, anche Friuladria e Carispezia. L'alternativa al salvataggio, secondo quanto riportato a suo tempo sal Sole 24 Ore, era un costo di 2,6 miliardi di euro di cui si sarebbe dovuto fare carico il sistema bancario.


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