Crisi Aziendali

Prosciutti Ferrarini tra crisi, debiti e scioperi


Il Gruppo dell'industria alimentare, 800 lavoratori, alle prese con difficoltà finanziarie. Giovedì sindacati e operai in marcia a Parma per chiedere chiarezza e certezze sul futuro

Il gruppo alimentare Ferrarini, nato a Reggio Emilia nel 1956, sviluppatosi a Parma e noto in tutto il mondo per i suoi salumi, sta vivendo un momento molto difficile. I sindacati di categoria degli alimentaristi, alla luce delle problematiche finanziarie che attanagliano l'azienda, hanno proclamato una giornata di sciopero a Langhirano per giovedì 12 luglio. "L'obiettivo - spiegano in una nota - è porre l'attenzione sulla crisi che coinvolge gli 800 lavoratori del Gruppo in tutta Italia". L'azienda reggiana deve fronteggiare un monte debiti di 250 milioni. Ma l'appeal del marchio è intatto e, come spiegano ancora i sindacati, le commesse non mancano tanto che i ricavi si attestano sui 30 milioni annui. I conti dell'azienda hanno mostrato le prime crepe tre anni fa. I prestiti pendenti e il deprezzamento delle partecipazioni di istituti come la Popolare di Vicenza, avevano infatti sovraesposto la famiglia e quindi l’azienda che nel 2016 ha deciso di separare le attività: da una parte Ferrarini spa, nella quale si concentra la produzione dei salumi anche attraverso il gruppo Vismara, dall’altra la Società Agricola Ferrarini, che produce e confeziona aceto, vini e Parmigiano Reggiano. Ma tutto questo, a quanto pare, non è bastato a sistemare assetto e finanze. Tanto che i vertici, ossia la famiglia Ferrarini, il 13 giugno aveva aperto alla vendita della partecipazione di maggioranza del Gruppo. A fare gola, in particolare, il comparto salumi che ha ingolosito alcuni fondi interessati ad investire circa 100 milioni per il 90% dell'asset che comprende la produzione di prosciutti e salami. Ma per ora la vendita è stata congelata. Nel caldo di luglio, tuttavia, sindacati e operai sono pronti a marciare per ottenere chiarezza e certezze. 


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