Crisi Aziendali

Pasta Zara, 20 giorni per scongiurare il fallimento


Il nuovo piano di rilancio della storica azienda agroalimentare bocciato da lavoratori e sindacati. E l'8 ottobre scade il 'concordato in bianco'

Si è chiuso con una fumata nera e l'abbandono del tavolo da parte dei sindacati il confronto sul futuro di Pasta Zara. Al centro del confronto con i vertici societari la proposta avanzata nei giorni scorsi dalla società, in concordato preventivo in bianco, per ridurre le entità delle retribuzioni dei dipendenti degli stabilimenti di Brescia, Trieste e Treviso. La proposta, già bocciata dalle Rsu dei lavoratori, prevedeva la rinuncia alla 14esima e ai premi di risultato per i prossimi cinque anni. Tali riduzioni, secondo i sindacati e i lavoratori 'tagli inaccettabili', per i vertici societari 'sacrifici indispensabili al fine di sostenere un piano industriale di rilancio', sono uno dei tasselli del progetto studiato per scongiurare il fallimento della storica azienda agroalimentare. Il piano dell'azienda, che dovrebbe trovare sostegno nell'ingresso di un nuovo investitore, consentirebbe di portare la produzione dalle 280mila tonnellate l'anno di pasta attuali a 400 mila tonnellate, rendendo Zara più competitiva. Sta di fatto che entro l'8 ottobre Pasta Zara, attualmente in 'concordato in bianco' dovrà presentare al Tribunale di Treviso un progetto di accelerazione economica e di gestione delle esposizioni tale da ottenere il consenso dei creditori e scongiurare così il rischio del fallimento. Mentre, dunque, il tempo stringe sempre più, i sindacati si dicono disposti a sedersi nuovamente al tavolo "solo quando verrà presentato l'investitore (sinora misterioso) e quando nel piano industriale saranno inserite le integrazioni necessarie a chiarire nel dettaglio il futuro dell'occupazione dei tre siti produttivi".


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